Ascensore: un diritto per anziani e disabili

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Gli amministratori applichino le norme.

Se in un condominio abitano anziani o portatori di handicap, è loro diritto installare l'ascensore e abbattere le barriere architettoniche per essere facilitati nel movimento. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione con la sentenza del 28 marzo 2017, n°7938, dopo che gli eredi di un’anziana signora deceduta avevano proposto ricorso avverso la decisione della Corte d’Appello di Roma di rimettere in pristino lo stato dei luoghi a carico degli stessi, accogliendo le richieste dei condomini.

La sentenza costituisce una pietra miliare perché indica agli amministratori le direttive da seguire affinché il palazzo sia idoneo ad ospitare anziani e disabili.

Innanzitutto, vanno eliminate le barriere “indipendentemente dalla effettiva utilizzazione degli edifici stessi da parte di persone disabili”. Ciò significa che il progetto di costruzione o di ristrutturazione (integrale o parziale) di un edificio deve prevedere l’ascensore (essenziale per legge) o congegni idonei ad assicurare l’accessibilità.

La Corte ha anche dichiarato che “il diritto al mantenimento e all’uso dei dispositivi antibarriera (nella specie, un servoscale), non costituisce un diritto personale ed intrasmissibile del condomino disabile che si estingue con la morte dello stesso”, come dimostra l’esito del caso riportato. In altre parole, ascensore e servoscale restano un bene permanente dell'edificio.

Dunque, chi ha disagi fisici o motori ha pieno diritto di abbattere le barriere architettoniche, come aggiungere o sopraelevare l’impianto dell’ascensore. L’opposizione a tali opere risulta recessiva.

Il nostro studio si occupa da anni di questioni inerenti al diritto dei condòmini.

Milano, lì 30/03/2017